L'ANGOLO DI FABIO FIUME
Mango è volato via... cantando
di: Fabio Fiume
Forse per un musicista dovrebbe sempre esser così: andarsene mentre si fa ciò che si ama, suonare, cantare, fare musica. Per Pino Mango, in arte semplicemente Mango, la musica era aria da respirare nel vero senso della parola ed attraverso quell'aria, che in lui raccoglieva in note le sue idee, ci rendeva sensazioni tangibili, vento su cui spingerci all'idea di una "Rondine" migrante, calore di un sole battente ma mite come i suoi gorgheggi, rosso fuoco come quelle arance cantate in "Mediterraneo" che ti sembrava di toccare, tra le scogliere di una carriera che frastagliata nel suo percorso iniziale è poi esplosa nel 1984 e da li mai più fermatasi. Se ne è andato cantando proprio "Oro", quel brano che gli diede una grandissima popolarità, che gli spalancò le porte del Festival di Sanremo l'anno successivo e poi per ancora altre sei volte. Potrei citare tanti titoli della sua pluridecennale carriera che sono sicuro aprirebbero le menti di chi li legge, materializzando ricordi, vita, quella che Mango cantava, spesso in maniera aulica, ma sempre comprensibile come un gran cantore del pop deve saper fare. "Lei verrà" e per lei "avrò strane parole, quelle che non riesco a dire mai", come l'amore supremo, quello che ti ferma nel tempo e ciò che è stato prima e che tale avevi chiamato, di colpo non è più. Ballando un "Sirtaki", cantando un "Mediterraneo" che sembrava solo per lui non avere segreti, raccontando di amori di fuga e paure tra "ardito affetto mio" ( "Tu.. si" ) che "vai, via da me, forse perchè ti credevo felice così, ancora qui tra le mie braccia" ( "Bella d'estate" ) e "non dirmelo mai, ho paura che ne soffrirei troppo" ( "Come Monnalisa" ). "Chissà se nevica al di là di un dolore" cantava Mango nel suo ultimo Sanremo ( "Chissà se nevica" ), nel 2007 e forse si, viene da dire; è freddo nel cuore per i suoi figli, per quella moglie, la cantante Laura Valente, già Matia Bazar, amore di una vita, come le radici che tenevano l'artista sempre saldo alla sua terra, quella Basilicata terra battuta da due mari, estremo sud bloccato nel tempo, eppur congiunzione di culture, di approdi fortunosi o voluti nel corso della storia, che l'hanno resa ricca di sapienza, memoria storica di ciò che è stato e di come siamo stati oggetto del desiderio per tanti popoli arrivati attraverso quel Mediterraneo, sempre lui, sempre presente nella vita del cantore. Fa freddo per i suoi tantissimi fans, che hanno vinto decadi e mode, per i colleghi che si sono cibati nel tempo della sua scrittura; fa freddo per la musica che non avrà più nella sua riconoscibilissima voce il modo di dispiegarsi nell'aria, di farci sentire a casa anche se lontani, di ricordare a tutti noi del Sud, come è bello il nostro Sud. Fa freddo anche per me che qui vi scrivo e che da adesso non potrò più osservare l'ennesima evoluzione di Mango, che "ha fatto a pezzi la sua vita" ma adesso è aquilone in volo sulla sua terra.